La narrativa sul risorgimento

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    in questa discussione proponiamo alcuni romanzi di argomento risorgimentale , con una recensione "ufficiale " dai siti di diffusione libraia e qualche breve commento da parte di chi scrive, curatore di questo sito, e degli amici che vorranno dire la loro


    Edited by lucrezio52 - 18/4/2020, 18:17
     
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    La ragazza di Marsiglia
    Di Maria Attanasio


    Recensione Da IBS


    Unica donna a partecipare all’impresa dei Mille, protagonista del Risorgimento, per vent’anni moglie di Francesco Crispi, Rosalia Montmasson è stata cancellata dalla storia, rimossa dai libri e dalle memorie dell’epoca.

    Maria Attanasio ne ha seguito le tracce, ripercorso i luoghi, scavato tra cronache e documenti, si è appassionata alla vita di questa donna dal temperamento straordinario, ribelle a ogni condizionamento e sudditanza. E ce la racconta in un romanzo sulla libertà di pensiero che è quasi una storia al femminile sul Risorgimento. Chi sfogliasse l’album dei Mille, galleria fotografica degli eroi dell’impresa garibaldina, al n. 338 troverebbe la foto di Rosalia Montmasson Crispi, l’unica donna che si imbarcò alla volta della Sicilia. Di lei poi non si seppe più nulla, svanita nelle carte pubbliche e private, rimossa dalla memoria nazionale e oggi restituita alla sua grandezza grazie a una scrittrice da sempre attratta da figure ribelli e anticonformiste. Eppure Rosalia non era una donna qualunque, per vent’anni fu la moglie di Francesco Crispi, di cui aveva condiviso ideali e azioni. Si erano conosciuti a Marsiglia e poi Torino nel 1849, negli anni della cospirazione risorgimentale, Rosalia l’aveva seguito nell’esilio a Malta dove si erano sposati e dove si mantenevano con il lavoro di lei, lavandaia e ricamatrice. E poi a Londra, a Parigi, al servizio della causa mazziniana senza paura e senza riserve si era fatta cospiratrice e patriota, sempre al fianco del suo Fransuà, così chiamava Crispi. Alla vigilia della spedizione di Garibaldi in Sicilia lei si presentò. Il Generale era stato chiaro, né mogli, né madri, né volontarie, sulle navi non voleva donne, ma di fronte alla determinazione della ragazza cedette e non se ne pentì: fu protagonista di quella sollevazione di popolo che fu la spedizione dei Mille, ricevette la medaglia dalle mani dell’eroe dei due mondi, il riconoscimento del ruolo svolto, la pensione.
    Poi, dopo l’Unità, le divergenze e i contrasti tra Rosalia e Fransuà si accentuarono, politicamente e personalmente: Crispi, ormai uomo di governo, tradì gli ideali mazziniani che li avevano uniti, sopraggiunsero per lui altre passioni. Sposò un’altra donna e accusato di bigamia negò la validità del precedente matrimonio con Rosalia, facendo sparire le carte. Una autentica impostura; eppure Rosalia era stata per vent’anni Madame Crispi, accolta a casa del Maestro Mazzini, come a corte dalla regina Margherita che per lei nutriva una istintiva simpatia. Annullato il matrimonio sparì anche Rosalia, dalla vita di Crispi, dai libri e dalla memoria, una totale rimozione della storia risorgimentale che si è protratta fino ad oggi.

    www.ibs.it/ragazza-di-marsiglia-li...e/9788838937774

    Marco C.
    Un po' deludente, scritto con uno stile che sembra voler imitare forzatamente quello ottocentesco, procede con due racconti paralleli uno durante il risorgimento e uno dell’Italia post unitaria , confonde un po' le idee senza entusiasmare
     
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    I BRIGANTI ITALIANI
    Mario Monti


    Recensione da Da Libreria Neapolis



    I briganti italiani è un felice esempio di letteratura di "ricostruzione", egualmente nutrita da un fondo storico e da una sincera capacita' inventiva. Mario Monti raccoglie gli episodi culminanti che riguardano quattro briganti dell'Italia del sud, dietro i quali si intravede una realta' civile che è storia viva della nostra condizione nazionale. Si va dal tempo napoleonico di Fra Diavolo, agli anni che immediatamente seguono l'Unita' d'Italia, con Crocco, nostalgico dei Borbone per convenienza.


    Protagonisti e briganti minori, gente delle citta' e delle contrade meridionali, sono ritratti con toni vivaci e nobili, talora realisticamente come in un libro di memorie e talora in maniera pittoresca come nelle stampe popolari, sempre con immediatezza che sa toccare il lettore e stabilire ritratti convincenti.

    Scontri e grassazioni, inseguimenti, beffe, fughe, passioni, vendette, amori sono raccontati con garbo, ravvivati dai particolari dell'informazione e soprattutto dall'immaginazione dello scrittore.

    "Guai ai prepotenti, se l'uomo conoscesse la forza che sta nelle sue mani... Quando nella mia provincia al grido di Viva Vittorio, viva Garibaldi, viva l'Unita' e la Fratellanza! il popolo era in grande gioia e in grandi feste, chi avrebbe detto che, dopo pochi mesi, questo popolo festevole dovesse trucidarsi a vicenda, e perché? Bastarono una sola parola e la turpitudine di pochi uomini che si facevano chiamare signori, erano signori, sono signori e saranno sempre signori, perché i governi sono sempre ciechi e fucilano le lucertole, mentre si allevano in seno i serpenti velenosi e sterminano le piccole serpentucole come me... "
    Costoro non furono semplici ladroni o assassini, ma impersonarono spesso una opposizione, cieca o cosciente, alle prepotenze e alle ingiustizie subite dai loro compatrioti piu' poveri; e oggi possono apparirci quasi i precursori di quegli agitatori e di quei ribelli che, con gli anni, avrebbero costituito una resistenza organizzata e riconosciuta per la difesa degli interessi sociali.
    Mario Monti

    https://www.librerianeapolis.it/libri-8415...ani-mario-monti


    Marco C.
    Una premessa, l’ autore non è l’ ex presidente del consiglio , ma un omonimo scrittore (Milano 1925 Milano 1999)
    Anche se chiaramente datato (scritto negli anni 60) , non indulge al patriottismo savioardo e neppure al revisionismo come lo conosciamo ora , molto folklore , molti personaggi cattivi cattivi, molti che alla fine si scopre hanno un cuore generoso . Ricorda un po' certi film coevi di Amedeo Nazzari
     
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    I guerrieri della libertà.
    Di Valerio Evangelisti


    Recensione da Da QLibri

    Valerio Evangelisti, autore dell’iconica saga di “Eymerich”, riscopre una pagina essenziale e colpevolmente dimenticata della nostra Storia in un romanzo lontano sia dall’apologetica che da un’inutile demistificazione, il racconto di giorni di sangue e speranze, dove la notte che calò sui sogni di grande cambiamento non poteva già allora nascondere l’avvenire pieno di sole che attendeva oltre l’orizzonte. Pochi lo sanno ma nell’autunno del 1848 giovani in ogni parte d’Italia lasciarono lavoro e famiglie e si misero in marcia, destinazione Roma. Andavano a difendere l’insurrezione popolare che da lì a pochi mesi avrebbe visto nascere la Repubblica Romana, crocevia di idee democratiche e diritti civili quasi impensabili per la società del tempo. La quotidianità di quella manciata di mesi fu però molto lontana dalla retorica con cui certa Storiografia oggi li restituisce. Le strade in cui si batterono Mazzini, Garibaldi e Mameli erano ingombre di spazzatura e povertà, e con l’arrivo dei volontari si gonfiarono di grandi afflati e ancor più gratuiti assassini. A cavalcare la rivolta ci furono in pari misura eroi e banditi, visionari e faccendieri, gente di pistola, di mano e di coltello ma anche tante persone semplici, sprovveduti idealisti che rischiarono la vita inconsapevoli del ruolo che stavano avendo nella Storia. Proprio come Folco, immaginario panettiere che arriva a Roma alla vigilia dei tumulti e diventa testimone di ogni più turpe nefandezza l’uomo sia capace ma anche di ogni suo più elevato slancio. E così, mentre fuori dalla città tuonano i cannoni della restaurazione, e il passato cerca di soffocare il presente per disinnescare il futuro, Folco si rende conto che, pur non capendo fino in fondo quel che succede intorno a lui, respira un’aria nuova, la sensazione, mai provata, di fare parte di qualcosa di pulito.

    www.qlibri.it/narrativa-italiana/r...a-libert%C3%A0/


    Marco C.
    Bello e interessante, l’ampia bibliografia, (in cui viene fatta una elogiativa menzione de “La meravigliosa storia della Repubblica dei Briganti “di Fracassi che credo sia nel cuore di tanti mazziniani), dimostra che non è un’opera di pura fantasia, ma ha alle spalle una ricerca importante e completa.
    Un romanzo che dà ampio spazio alla straordinaria attività riformatrice del triunvirato , ma indulge molto anche su aspetti picareschi dei volontari.

     
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    I TRADITORI
    Giancarlo De Cataldo


    Recensione da IBS

    Da Palermo a Londra, da Roma a Torino, da Venezia alla Transilvania, nelle carceri inglesi e nei boschi della Calabria, tra pittori preraffaelliti e camorristi promossi poliziotti, tra mercanti di carne umana e lord irrequieti, giovani uomini e donne sognano, combattono e amano. E tradiscono. Ognuno va incontro al suo destino. A qualcuno tocca in sorte una nuova vita. Alcuni diventano faccendieri e delinquenti. Alcune donne guardano più avanti, più lontano. Gli ideali più puri si fanno gretta convenienza. Le organizzazioni criminali si innervano nella nazione che nasce. I mafiosi intraprendono. I tagliagole tagliano gole. E Mazzini tesse la sua tela di sangue e utopia. Eppure, tra battaglie e cospirazioni, tra vite leggere e amori complicati, si compone potente e netto il disegno di una stagione e di un ideale che è sempre possibile. E che di nuovo ci attrae, con l'innocenza di una forza giovane che non possiamo dissipare. L'epica eroica, torbida, idealista e ribalda dell'Italia che nasce: dal lato oscuro del Risorgimento, un racconto sul nostro presente.

    https://www.ibs.it/traditori-libro-giancar...w0aAoTiEALw_wcB

    Marco C

    Leggibilissimo, mi ha dato l’ impressione di uno stile da serie TV, Sangue , Sesso , Potere, Intrighi, comprensibilmente finalizzato a creare interesse adrenalinico piuttosto che comprensione storica. Un Mazzini che giganteggia su tutti , raffigurato come una specie di capo di una Spectra, nobile , ideale e fanatica, circondata da affaristi e fanatici

     
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    Senso Novelle vane
    Camillo Boito


    https://www.ibs.it/senso-nuove-storielle-v...4waAkcKEALw_wcB

    Dceg (furumista di Polica on Line)

    è un tipico racconto della scapiglatura. Camillo Boito, ed suo fratello Arrigo, noto come librettista di Verdi, ne furono importanti esponenti.
    Il racconto, ambientato nel periodo risorgimentale, è atipico, in quanto la protagonista fa, per vendetta e gelosia, fucilare l'amante italiano dagli austriaci che sarebbero disposti a salvarlo. Gli austriaci, per una volta non sono i malvagi di sempre.
     
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    Il Gattopardo
    Giuseppe Tomasi di Lampedusa


    www.ibs.it/gattopardo-libro-giusep...y8aAk07EALw_wcB



    Dceg (furumista di Polica on Line)

    è la storia, ispirata a quella dell'autore, di una nobile famiglia siciliana all'indomani della Spedizione dei Mille, in cui da un lato vi è il principe di Salina, fedele alla tradizione e pur consapevole dell'inevitabile cambiamento, dall'altro il giovane Tancredi, focoso fajutore del Regno d'Italia, rappresentante della nuova generazione. E tra questi due poli personaggi diversi, preti, arricchiti e via dicendo. È un gigantesco affresco di una società in cambiamento eppure destinata a restare quella che era. Per me sia il romanzo che il film ad esso fedelissimo, che Visconti ne ha tratto sono dei capolavori.
     
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    Storia avventurosa della Rivoluzione romana
    di Stefano Tomassini




    Descrizione
    Un papa in fuga, un ministro ucciso, una rivoluzione. Tra il 1846, anno dell’elezione di Pio ix, e l’estate del 1849, quando le truppe francesi vinsero la resistenza dei volontari repubblicani, Roma tornò a essere il gran teatro del mondo. Un palcoscenico su cui recitavano, oltre al papa, il ministro dell’Interno Pellegrino Rossi, eroi risorgimentali come Mazzini e Garibaldi, insieme a una nutrita schiera di comprimari tra cui Farini, Rosmini e Bixio. La città caput mundi, perno dello Stato Pontificio e della sorte del resto d’Italia, attirava su di sé le mire e le ambizioni di tutta Europa. Nei pochi mesi di vita della Repubblica, Roma conobbe un periodo di disciplinato fermento tra i rocamboleschi anni precedenti e la confusione che contribuì alla sua caduta. Rimasta senza papa, una realtà quasi impensabile, gettò per la prima volta le basi di istituzioni laiche, emancipate dal potere temporale della Chiesa.In un serrato dialogo con il lettore, Stefano Tomassini interroga ogni possibile documento per ricostruire l’ascesa e il declino del sogno repubblicano, scavando negli stati d’animo dei protagonisti, nei loro dilemmi, nelle loro scelte e nella quotidianità di un popolo reattivo alle tensioni del proprio tempo. Un racconto di vicende turbolente, prima suscitate e poi subite da Pio ix con i suoi mutamenti d’umore, da Pellegrino Rossi con il suo severo pragmatismo, da Garibaldi con la sua passione e ingenuità politica, da Mazzini con l’utopia divenuta reale per pochi mesi.Storia avventurosa della Rivoluzione romana è una rara opera in cui il rigore storico si unisce alla ricostruzione dettagliata dell’aneddoto, la profondità del saggio a un’incalzante prosa narrativa.

    www.librerie.coop/libri/9788865760...46Gs3Pkj598jer8

    Carlo de L. promotore di Democrazia pura.altervista.org
    Repubblicani, liberali e papalini nella Roma del '48". Una storia aderente alla realtà dei fatti ma con una narrazione romanzata.
     
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    Quasi per caso

    Giancarlo De Cataldo


    Da “libri mondadori “

    https://www.librimondadori.it/libri/quasi-...rlo-de-cataldo/

    Torino, 1849. Reduce dalla disfatta di Novara, dove gli austriaci di Radetzky hanno stroncato il sogno di Carlo Alberto, il maggiore Emiliano Mercalli di Saint-Just torna a Torino per sposare la fidanzata Naide, una delle prime donne-medico d’Italia. Naide, però, è una patriota convinta, e mentre lui era sul campo di battaglia è corsa a Roma, dove Mazzini sta cambiando la Storia con il miracolo progressista della Repubblica Romana. Emiliano vorrebbe raggiungerla, e l’occasione gliela offre nientemeno che Cavour: bisogna trovare il giovane Aymone, compagno di bagordi di Vittorio Emanuele II, e riportarlo a Torino, dove lo aspetta un matrimonio di facciata voluto proprio dal neo-re. Purtroppo, Emiliano non fa in tempo ad arrivare che la situazione precipita. E mentre i francesi si preparano ad assaltare Roma, i reazionari pretendono a gran voce una condanna esemplare per il giovane venuto dal Piemonte a spargere sangue.


    Marco C

    Come il precedente “i Traditori “molto leggibile, anche qui gigantggia la figura di Mazzini , con molto accentuato un parallelo, conflittuale , con Cavour ,
    Simpatico l’intreccio, lascia un po' perplessi l’epilogo, e l’ uso del romanesco come costante fattore comico del racconto
     
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    Gli onorevoli duellanti. Il mistero della vedova Siemens

    Giorgio Dell'Arti


    Da IBS

    www.ibs.it/onorevoli-duellanti-mis...e/9788834605066

    Roma, 1909. Quando il generale Tancredi Saletta muore, la sua relazione con Eleonora Füssli, giovane vedova dell'erede del colosso tedesco Siemens, viene alla luce. Si scopre così che l'affascinante signora, animatrice nei salotti romani della Belle Époque, intrattiene relazioni enigmatiche con importanti rappresentanti dell'esercito, come Luigi Fecia di Cossato, generale e senatore, e con il generale Pollio, il successore di Saletta. E poi, incontri nei più rinomati luoghi di villeggiatura, scambi di preziosi pezzi di antiquariato... Ci sono tutti gli ingredienti perché ne nasca un caso. Che la vedova sia una spia austro-tedesca che approfitta della sua avvenenza per carpire informazioni riservate a vecchi generali? Dopo una prima eco sui giornali, il caso viene portato in Parlamento. A sostenerlo, soprattutto il repubblicano milanese Eugenio Chiesa: tipico liberale, avverso all'alleanza con l'Austria e la Germania, filo-francese, è un duro oppositore dei militari e delle spese per sostenere l'esercito, e si serve del "caso Siemens" per attaccare quel mondo che detesta. La sua interrogazione parlamentare, cui il governo si rifiuta di rispondere, fa deflagrare la tensione: Chiesa arriva a offendere l'onore di diverse persone e viene sfidato a duello ben cinque volte. Giorgio Dell'Arti ci offre il racconto tragicomico e surreale di una vicenda di cronaca che infiammò l'Italia degli anni dieci.

    Marco C.
    In realtà , come si vede dalla nota di IBS, è un romanzo post risorgimentale, ma l' atmosfera dell' Italia "appena fatta" c'è tutta.
    Piacevole da leggere , con ironia descrive l'istrionismo di quei ( solo quei ?) tempi (con la mania del duello) nel mondo della politica , senza scadere nel dissacratorio. Dopo tutto viene fuori un misto di ammirazione e bonaria presa in giro per Eugenio Chiesa e gli ambienti della "estrema".


    Edited by lucrezio52 - 4/12/2020, 15:52
     
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    Del caso Siemens ho letto qualcosa en passant. Il taglio ironico ben si presta, cerco il libro :)
     
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    Camicie rosse, storie nere. Tredici giallisti per mille garibaldini
    curatori L. de Pascalis L.Sanvito

    da Ibs
    https://www.ibs.it/camicie-rosse-storie-ne...e/9788878519299

    Alexandre Dumas, padre dei "Tre Moschettieri" e grande amico di Giuseppe Garibaldi, seguì la spedizione dei Mille come giornalista. Eppure ci furono storie che non volle mai raccontare: storie gialle e nere, naturalmente. Nessuno ha mai conosciuto i motivi del suo silenzio; forse erano racconti troppo efferati; o forse avrebbero messo in cattiva luce l'impresa dei Mille; o magari coinvolgevano nomi intoccabili... Fatto sta che lo scrittore francese scelse di "dimenticarsi" di molti episodi dell'epopea garibaldina, base fondativa dell'unificazione del nostro Paese. A recuperare dall'oblio il "lato oscuro" dei Mille provvedono ora, in un'ardita e irriverente fusione di verosimiglianza storica e fiction letteraria, tredici giallisti italiani, forti dell'appoggio di un siciliano d'eccezione: Andrea Camilleri. Il risultato è un mix di rievocazione filologica e invenzione narrativa, una cavalcata senza freni lungo le vie che dallo scoglio di Quarto arrivano fino al Regno di Napoli. Crimini, misfatti, tradimenti, omicidi da risolvere, congiure da sventare, suspense, azione, colpi di scena ad ogni pagina. Insomma, una rilettura a tinte forti di quella avventurosissima spedizione che rappresentò il punto più alto del nostro Risorgimento.


    Marco C.
    Sopratutto originale l' idea , con un racconto di De Pascalis che fa da cornice a tutti gli altri . Un pò di retorica "revisionista " ( il retroscena massonico e inglese, la fregatura ai contadini, la complicità della malavita....) , ma , salvo in un caso, appena qualche accenno , tolleribile anche per un mazziniano come chi scrive questa nota . In molti casi più un racconto di avventura che un giallo . In definitiva per lo più piacevolvente godibile
     
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    La voce delle ombre

    di Paolo Lanzotti (Autore)
    Mondadori, 2017



    da qlibri
    https://www.qlibri.it/narrativa-italiana/g...ce-delle-ombre/

    Agosto 1849. Sotto i colpi di cannone degli austriaci, Venezia resiste eroicamente a un assedio che dura ormai da oltre un anno. Ma per la gloriosa Repubblica Veneta la disfatta è alle porte. La sente nell'aria l'ex sbirro della polizia asburgica Teodoro Valier, chiamato da Daniele Manin, l'uomo che regge le sorti della rivoluzione, a risolvere un caso di omicidio. Con la pioggia incessante di granate, la penuria di cibo e l'epidemia di colera che falcidia la popolazione, sembra quasi uno scherzo. Quando non si sa nemmeno dove seppellire i cadaveri, uno in più che differenza può fare? Purtroppo la vittima è un valoroso combattente ostile a Manin, che qualcuno potrebbe additare come mandante del delitto, e dunque s'impone di scoprire quanto prima la verità. Compito difficile per Valier: messo al bando con il sospetto infamante di essere ancora al servizio del nemico, dovrà indagare senza i crismi dell'ufficialità. Aggirarsi come un fantasma ascoltando la voce delle ombre, tra calli e campielli dove l'odore di alghe putrefatte che esala dai canali annuncia un destino ineluttabile. Perché nella città della laguna la morte non ha ancora finito di esigere il suo tributo.


    MarcoC

    Lanzotto è un prolifico e piacevole autore di generi vari. Particolarmente riuscita la trilogia sugli ultimi anni della Repubblica di Venezia (I guardiani della laguna. Venezia 1753. La prima indagine di Marco Leon. Agente dell'Inquisizione di Stato; - Le ragioni dell'ombra. Venezia 1753. Un'indagine di Marco Leon, agente dell'Inquisizione di Stato; - Le carte segrete della Serenissima) l' atmosfera dei segreti dello "stato profondo " (diremmo ai nostri tempi) della repubblica di San Marco , si ritrova anche in questo romanzo . Ne esce comunque la figura di Manin che giganteggia s tutti gli altri personaggi. Si insiste molto sulle divisioni interne alla Repubblica, pur unificate dalla voglia di resistere . Si legge piacevolmente
     
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