AMI PARMA Ridare l' anima alla Repubblica

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    AMI Parma, ripartire da Mazzini per ridare l’ anima alla Repubblica




    Gli amici della Associazione Mazziniana di Parma hanno promosso insieme all’ Università Popolare della stessa città un corso
    Di cui riportiamo qui di seguito il titolo e l’ introduzione ed alcuni estratti

    Ridare un'anima alla Repubblica: Giuseppe Mazzini

    » Dopo la crisi delle ideologie si sente il bisogno di uno studio
    formativo antiretorico contenuti morali e politici che sono il fondamento e l'essenza delle istituzioni repubblicane. Questo corso rimarca la validità anche attuale del pensiero mazziniano che è ancora in grado di farsi sentire e lasciare un segno al di là del mito storico. Si analizzerà sotto il profilo giuridico costituzionale la straordinaria esperienza della Repubblica Romana del 1849 e le sue reali influenze su quella italiana del 1948. Si approfondirà il significato dei valori mazziniani quali il primato del dovere e la superiorità della legge morale sui rischi e gli inganni della politica anche in un'epoca di populismo, il corso sarà aperto da una lezione magistrale del professor Umberto Sereni sui legami tra mazzinianesimo, sindacalismo rivoluzionario ed interventismo democratico a Parma nei primi anni del Novecento.


    ABSTRACT PER CORSO “ MAZZINI”-UNIVERSITA' POPOLARE

    CONTENUTI E FINALITA' DEL CORSO



    Umberto Sereni (apertura del corso)
    Parma e Mazzini. Il profondo significato del connubio nella Parma agli inizi del 900 laboratorio politico a livello nazionale ed europeo. L'interventismo democratico e i sindacalisti rivoluzionari riscoprono il significato di Patria e con essa il mazzinianesimo .Il fecondo contributo di Parma nei primi anni del 900 e negli anni successivi alla prima guerra mondiale. Le connesioni e i legami tra mazzinianesimo e le figure di Alceste de Ambris e Filippo Corridoni

    Marco Adorni
    Il corso analizza i lineamenti fondamentali del pensiero di Mazzini, con una luce particolare sui suoi rapporti con i temi del presente. Nell’epoca del populismo e della post-democrazia, della dittatura dello spread e dello strapotere dei mercati, che significato ancora riveste un insegnamento basato sulle virtù del «vivere politico» repubblicano, l’educazione ai valori morali incarnati nella triade Dio, patria e famiglia? Che rapporto c’è tra il messianismo mazziniano e la democrazia? E l’autoritarismo? A queste e altre domande il corso intende formulare alcune risposte argomentate, a partire soprattutto dal tentativo mazziniano di conciliare l’universalismo dei principî morali e il particolarismo degli interessi nazionali mantenendosi sempre all’interno di una traiettoria umanitaria e cosmopolitica, per la quale la «santa parola nazionalità» viene opposta al «gretto geloso ostile nazionalismo». Esattamente come il dovere precede il diritto, l’umanità precede la patria. Il vero patriottismo è repubblicano e democratico, incorpora la giustizia sociale ed esige il pieno rispetto delle altre nazioni: «Adoro la mia patria perché adoro la Patria; la nostra libertà perch’io credo nella Libertà; i nostri diritti, perché credo nel Diritto».

    Edoardo Fregoso
    Il pensiero mazziniano poliedrico e diversamente interpretato sotto l'aspetto politico ,culturale e filosofico non sarebbe trattato in modo esaustivo se non si affrontasse il tema sotto il profilo giuridico costituzionale a partire dalla straordinaria esperienza della Repubblica Romana e della promulgazione della sua Costituzione. Molto si e' detto e scritto su questo argomento passando da una spropositata esaltazione patriottico/ nazionalista del Risorgimento funzionale ai diversi momenti politici ,ad una sua sostanziale sottovalutazione per giungere ai recenti fenomeni di revisionismo che riguardano l'unita' d'Italia e le sue modalita' di realizzazione . Si intende quindi con il corso procedere ad una analisi profonda e oggettiva della nascita della Costituzione della Repubblica Romana e della sua reale influenza su quella italiana del 1948 Saranno quindi analizzati anche i profili costituzionali e
    politici delle repubbliche dell'800 , ridefinito il significato non solo rivoluzionario della Repubblica Romana ma anche il suo decisivo contenuto istituzionale nel tentativo di rendere applicabile la Dichiarazione dei Diritti e dei Doveri bilanciandone il diritto rendendola cosi' realmente applicabile.



    Roberto Spocci
    Il pensiero mazziniano genero' incredibili entusiasmi e cocenti delusioni Alcuni episodi contribuirono a creare una vera epopea infiammando i cuori dei patrioti . A dimostrazione di tale fenomeno verra' trattato l'episodio della partecipazione della Compagnia Mazzini con i garibaldini alla battaglia delle Argonne. Verrà inoltre approfondito il tema della musica non solo nel contesto della citta' di Parma illuminata dall'esempio e dalla testimonianza musicale di Arturo Toscanini ma anche sul significato del grande testo di Giuseppe Mazzini “Filosofia della musica” dove la musica risulta una componente fondamentale dell'emancipazione del popolo. Dalla concezione greca della musica collocata accanto a Legge e Religione fino al convincimento che grazie alla musica l'uomo ritrova in se l'armonia col mondo un itinerario di coscienza che fonda e ritrova se stessa nei successivi stadi della vita umana ed associata La musica contribuisce alla educazione apportandovi universalità e la coralità della sua armonia.” Sola favella comune a tutte le nazioni unica che trasmetta esplicito presentimento di umanità” L'interpretazione del pensiero mazziniano ad un tempo cosmopolita e patriottico


    CALENDARIO




    sede del corso Università popolare sede di Borgo Sorgo -orario 18-19,30
    Le lezioni 15 in totale saranno così ripartite in termine di docenza
    1 Umberto Sereni (Apertura del corso) 6 Marco Adorni ,5 Edoardo Fregoso ,3 Roberto Spocci,
    Martedì 5 Novembre : Aperura del corso – Parma e Mazzini .Il sindacalismo rivoluzionario e il pensiero mazziniano ,Alceste De Ambris ,Filippo Corridoni la casa del Popolo di borgo delle Grazie (Umberto Sereni)
    Venerdì 8 Novembre: Le Repubbliche al tempo di Mazzini, profili costituzionali e politici. (Edoardo Fregoso)
    Martedì 12 Novembre: La politica degli antichi e il patriottismo settecentesco: le fonti del pensiero mazziniano Marco Adorni
    Venerdì 15 Novembre Musica e Risorgimento Mazzini e la “Filosofia della musica”
    (Roberto Spocci)

    Martedì 19 Novembre Mazzini tra patriottismo repubblicano e principio di nazionalità (Marco Adorni)
    Venerdì 22 Novembre: Regolare la Repubblica ,la Costituente della Repubblica Romana (Edoardo Fregoso)
    Marted' 26 Novembre Educazione e riforma morale:Dio Patria e famiglia .Prima il dovere poi i diritti (Marco Adorni)
    Venerdì 29 Novembre Patriottismo senza nazionalismo (Marco Adorni)

    * Nel periodo tra il 14 e il 24 Novembre presso la chiesa sconsacrata di San Quirino in Via degli Ospizi Civili sara' visitabile la mostra fotografica itinerante dal tema “Le donne nella prima guerra mondiale” organizzata dal 'Consiglio Nazionale delle donne italiane” col patrocinio della Presidenza del Consigliodei Ministri con la collaborazione della sezione parmense dell'Associazione Mazziniana .Una delle lezioni previste tra il 14 e il 24 novembre potrebbe essere preceduta dalla visita alla mostra stessa vista la vicinanza del locale alla sede del corso di Borgo Sorgo

    Martedì 3 Dicembre Il ruolo di Mazzini nella Costituente del 1849 (Edoardo Fregoso)
    Venerdì 6 Dicembre Mazzini tra cosmopolitismo e nazione (Roberto Spocci)
    Martedì' 10 Dicembre Le Dichiarazioni dei Diritti ed i Doveri dell'Uomo. Bilanciare il diritto (Edoardo Fregoso)
    Venerdì 13 Dicembre Mazzini e l'europeismo. La Giovane Europa confronto con l'europeismo di Cavour Marco Adorni
    Martedì 17 dicembre L'eredità della Carta del 1849 nella Costituzione Repubblicana del 1948.Un secolo di sogni realizzati? (Edoardo Fregoso)
    Venerdì 20 Dicembre I garibaldini delle Argonne e la Compagnia Mazzini (Roberto Spocci)
    Venerdì 27 Dicembre “E' tempo di scendere nelle viscere della questione sociale “ nazione ed uguaglianza “Il nostro popolo non è una classe “ Mazzini e Buonarroti. Conclusioni del corso

    Facciamo seguire le sintesi degli interventi del Prof Umberto Sereni e del dr Francesco Quintavalla alla manifestazione di apertura , così come riportate da la “Gazzetta di Parma” nell’ articolo di MONICA CALAMANDREI : Università Popolare Mazzini e i grandi valori etici da riscoprire. Prima lezione sul pensiero del politico risorgimentale: «Parma fu una delle basi maggiori della cospirazione repubblicana. Oggi più che mai abbiamo bisogno di quei principi» del 10 11 2019 pag 10

    ■. Umberto Sereni, già docente di Storia contempora¬nea all'Università di Udine, ha affrontato questo tema nella prima lezione di un corso organizzato venerdì pomeriggio all'Ape Museo dall'Università Popolare, presieduta da Italo Comelli. con la collaborazione di Ami di Parma

    il pensiero mazziniano, al di là del mito storico è ancora estremamente attuale. Nell’ epoca del populismo, della dittatura dello spread e del po¬tere dei mercati un insegnamento come quello mazzinia¬no. basato sulle virtù del «vi¬vere politico» repubblicano e sull'educazione ai valori mo¬rali incarnati nella triade Dio. Patria e Famiglia, può rivesti¬re ancora un ruolo importan¬te. Analizzando il significalo del mazzinianesimo nella nostra città tra la fine dell'Ottocento e i primi del Novecento. «E’ in quegli anni che a Parma l'in¬terventismo democratico e I sindacalisti rivoluzionari co¬minciano a riscoprire il signi¬ficato di patria e del pensiero mazziniano La città ducale diventa una delle basi più rilevanti della cospirazione repubbli¬cana. E nel 1914 viene eletto sindaco il repubblicano Ermi¬nio Olivieri, che resterà in ca¬rica 6 anni».
    Tanti I nomi di personaggi fa¬mosi che dall'inizio del 900 fin dopo la prima guerra mondiale hanno fatto la storia del partito repubblicano di Parma. Tra questi spicca il sindacalista Al¬fredo Bottai, originario di La Spezia, «che nel 1918 diresse il giornale parmigiano "Gioven¬tù sindacalista", condividendo con Filippo Corridoni e Alceste De Ambris l'esperienza del sindacalismo rivoluzionario.. Nel 1916 il musicologo, giorna¬lista e repubblicano Silvio Cer¬vi. all'epoca critico musicale proprio della Gazzetta-, scri¬ve un libro dedicalo a Mazzini e Toscanini che testimonia la vi¬talità del pensiero mazziniano in quegli anni nella nostra cit¬tà. Tra il 1914 e il 1915 i repub¬blicani in controtendenza con la situazione politica naziona¬le. conquistano quasi tutte le amministrazioni comunali di Parma. «E proprio Parma a mandare il maggior numero di volontari a combattere nella legione garibaldina sul fronte delle Argonne prima dello scoppio della Prima guerra mondiale. Tra questi il giovane Bruno Ferrari, fratello di Gia¬como Ferrari, futuro senatore e sindaco di Parma dal 1951 al 1963». Ma non solo. La carta del Camaro. ispirata al pensiero mazziniano, è scritta proprio da Alceste De Ambris deputato del Regno di Italia, formatosi nella nostra città. Anche se poi rielaborata nella for¬ma (ma non nei contenuti) dal poeta Gabriele D'Annunzio, prima di essere promulgata l'8 settembre 1920 a Fiume.


    Dr Francesco Quintavalla , presidente AMI Parma

    «Oggi più che mai in un periodo di degradazione del ruo¬lo politico della società, abbiamo bisogno di riscoprire quei valori che hanno fatto la nostra storia • Il linguaggio politico, a volte troppo violen¬to, si è impoverito e i muta¬menti della storia politica ri¬schiano di cancellare i principi più saldi della nostra società. Noi mazziniani vogliamo rendere consapevoli i cittadini spesso indotti ad una sorta di apatia politica, dei fondamenti di una democrazia matura».
     
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    INIZIATIVA DELL' AMI PARMA IN RICORDO DI ALCESTE DE AMBRIS

    PARMA 10 DICEMBRE 2020 Questa mattina, presso il cimitero monumentale della Villetta di Parma, una delegazione di rappresentanti del mondo sindacale e associativo si è riunita per commemorare l’ottantaseiesimo anniversario della morte di Alceste De Ambris.
    L’iniziativa, organizzata dalla Camera del Lavoro territoriale Cgil di Parma, rappresentata da Andrea Rizzi, ha contato anche la presenza di Roberto Spocci per Anppia e di Tullio Carnerini per l’Ami sez. Parma Alfredo Bottai.
    I mazziniani di Parma hanno tanti motivi per ricordare «il Prometeo apuano». Ben lungi dal demagogismo irresponsabile e dalla torbida obliquità che i suoi avversari (ovvero gli agrari), gli attribuivano, De Ambris era dotato di eccezionali doti organizzative, morali e umane. Nonostante la sua determinazione e la sua vitalità febbrile, il suo senso della misura e una genuina onestà lo rendevano un eroe del popolo parmigiano, quello dell’Oltretorrente, e del proletariato contadino.
    Imbevuto di idealità carducciane, arrivò a Parma, un ambiente pregno di passione politica, nella cui università tenevano lezioni i maître à penser del socialismo, da Agostino Berenini a Ferdinando Laghi, e fu un connubio straordinario. Nelle riunioni notturne presso la Camera del Lavoro di Borgo delle Grazie, di cui aveva assunto la segreteria nel 1907, De Ambris assurgeva al rango di mito dell’anima popolare e collettiva: la sua capacità oratoria era strabiliante, il suo carisma unico.
    Il suo socialismo carducciano e poi il suo sindacalismo rivoluzionario non gli impedirono di tornare alle origini mazziniane che aveva ereditato dalla famiglia. Nella conferenza agli operai parmensi del marzo 1922, in occasione della celebrazione del cinquantesimo della morte dell’apostolo genovese, De Ambris affermò d’esser ritornato a Mazzini nell’estate del 1914. Non sapendo che fare dinanzi al dilagare della guerra in Europa, «d’un colpo la luce si fece nel nostro spirito. La verità mazziniana ci apparve nella sua interezza. Cadde la maschera nefanda che lo sfruttamento capitalistico aveva sovrapposto al volto della Patria. Scorgemmo sotto quella maschera infame il volto augusto della Madre comune. Fummo nella trincea a difenderla. La verità è ancora quella. Vediamo chiaro oggi: la Patria non è, non può essere la nostra nemica, essa è invece, essa dev’essere la gran Madre di noi tutti. Per questo bisogna strapparla al monopolio delle classi parassite, per restituirla ai lavoratori, ai suoi figli più degni».
    Nel 1964, il Comitato repubblicano di amici e fratelli di ideali e di lotta di Parma, coordinato da Alfredo Bottai, aprì una sottoscrizione per onorare la memoria di De Ambris e traslarne le spoglie in patria. E così, in quello stesso anno, alla presenza di autorità, rappresentanze politiche e sindacali locali e nazionali, tra cui l’Ami e la Uil, De Ambris fu inumato alla Villetta. Nell’epigrafe si legge: «Alceste de Ambris - scrittore-tribuno-combattente per la libertà e la giustizia. Licciana 1874 - Brive 1934». Ancor oggi, la fiammella votiva viene mantenuta accesa dagli iscritti della nostra sezione.
     
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